I resti della Basilica di S. Maria Assunta di Equilo
Il Piave iniziò a modificare, seppur lentamente, l'equilibrio ambientale, sia di Jesolo che di altre isole, e con le sue frequenti alluvioni diede inizio ad un progressivo interrimento, al quale, coi mezzi del tempo, era impossibile por rimedio, riducendo sempre più lo spazio acqueo che separava le isole dalla terraferma, creando notevoli problemi alle attività portuali Jesolane, facilitando, anche da via terra, l'arrivo di estranei in città, e Jesolo venne invasa, ancora una volta, dai nomadi Ungheri, bisognosi di preda e non di territori: devastata la Marca friulana, giunsero sino a Verona spogliando con inaudita ferocia tutto il paese e senza incontrar resistenza penetrarono anche dentro le più solide difese delle città e dei castelli murati, proseguirono fino a Pavia, la capitale del Regno d’Italia, donde partì Berengario I, respingendoli fino alle terre venete.
La tradizione racconta che il 29 giugno 900 furono respinti nel loro tentativo di arrivare a Rialto, essendosi provveduti di zattere, otri, pelli, imbarcazioni di fortuna. Meno fortunati sarebbero stati i vici delle lagune: gli invasori prese alquante delle loro isole, abbruciati e rubati Eraclia, Equilio, Chioggia e Capodargine, si voltarono contra Rialto (Cronaca del Diacono Giovanni).